CANTIERE “STRADE SENZA FRONTIERE” (12-15 ottobre, Castelvolturno)

Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora io reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri.

(Don Lorenzo Milani)

Castel Volturno racchiude in se forse il sogno di poter sperare in un Mondo senza frontiere. Un luogo dove le culture, le tradizioni, le religioni, le lingue, trovano terreno fertile per fiorire e dare frutto. Ma non è un percorso facile, le stesse ricchezze, talvolta sono ostacolate dalla vile mano della criminalità e dalla diffidenza di fondo di tutti coloro che hanno paura del “diverso”. Tuttavia solo attraverso un chiara conoscenza della bellezza, che risiede in questa “diversità”, si apre il mondo della tolleranza e dell’amore. Giovanni Paolo II in visita Pastorale a Capua il 24 Maggio del 1992 pronunciava queste parole: “…Soprattutto di fronte al fenomeno immigratorio, specialmente di cittadini extracomunitari, che assume qui particolare rilevanza, voglio chiedere a tutti voi di non rinchiudervi nell’egoismo. L’egoismo è negazione dell’Amore”.

In questa città vivono circa 15.000 stranieri, soprattutto africani, di seconda e terza generazione; non tutti però sono integrati in pieno nel tessuto sociale del territorio: lavorano, frequentano scuole, svolgono attività sportive e ludiche. La città purtroppo nel tempo non ha saputo al meglio favorire la perfetta e regolare integrazione delle varie comunità che negli anni si sono formate, quindi spesso ritroviamo quartieri abitati da specifiche etnie. Per questo Roberto Saviano ha definito Castel Volturno “la città più africana d’Europa” volendo allo stesso tempo dire tutta la bellezza e unicità della sua situazione  e la complessità della sua inevitabile crescita verso la piena integrazione. Nel cuore della città, a ridosso di una lussureggiante pineta affacciata sul mare, sorge il Centro Immigrati Fernandes della Caritas Diocesana di Capua. Un centro di prima accoglienza per stranieri, punto strategico di riferimento per tutte le problematiche, vaste e complesse del settore che vede protagonisti gli extra-comunitari che qui ogni anno giungono a centinaia.

Il cantiere sarà l’occasione per sperimentare tre tipologie di esperienze. La prima sarà rivolta alla conoscenza delle comunità che vivono stabilmente in città, e che nel territorio di Castel Volturno e casertano in generale, hanno trovato la “propria casa”: il luogo dove l’integrazione diventa laboratorio vivo e problematico, in continuo divenire; vivremo questa esperienza attraverso: la conoscenza del territorio (legalità-pace-ambiente-immigrazione: comunità etniche con i loro negozi e punti di incontro, centri anziani, centri per minori, ecc.), scambio interculturale e animazione bambini (momenti con i figli delle famiglie immigrate proponendo giochi e attività di tipo scout), dialogo interreligioso (conoscere la realtà della moschea di S.Marcellino – paese dell’interland – e vivere momenti di preghiera e confronto sul tema della pace).

La seconda occasione che ci fornirà il cantiere sarà quella di entrare nel merito delle questioni legate all’integrazione a al fenomeno migratorio in generale: vivremo incontri con esperti, testimonianze di operatori che svolgono servizi specifici nel campo, osserveremo da vicino le strutture che accolgono particolari tipologie di migranti (es.: comunità di donne in gravidanza o con figli), ci fermeremo ad osservare realtà sociali che hanno innescato un meccanismo virtuoso di integrazione con fattive e reali opportunità per il futuro dei richiedenti asilo.

In ultimo, l’intero cantiere avrà come base operativa il Centro Fernandes, dove risiedono stabilmente circa 20 stranieri (ospiti). Il Fernandes è soprattutto una realtà ecclesiale speciale, unica nel suo genere: la Parrocchia ad personam per immigrati gestita dai Padri missionari Comboniani; la presenza dei Comboniani rappresenta un ulteriore motivo di grande interesse per l’esperienza del cantiere. Essi sono i missionari più esperti d’Africa e più radicalmente impegnati nell’affermazione dei diritti dei migranti e dei diseredati. Valga per tutti l’esempio di Alex Zanotelli, missionario Comboniano che vive a Napoli, molto impegnato in tante battaglie civili, come quella dell’acqua pubblica. La scelta di vivere nel Centro Fernandes vuole offrire l’opportunità di sperimentare a pieno il contatto con questi missionari, l’accoglienza e la bellezza della diversità, non solo mediante i racconti, ma anche e soprattutto attraverso la quotidianità della vita al centro con tutte le attività ad esso connesse: servizio mensa e gestione casa, coinvolgimento degli ospiti nelle attività tipiche scout (veglia, strada, ecc.). Il cantiere vivrà oltre ai momenti di preghiera individuali e comunitari, occasioni di preghiera “speciali” guidate dagli stessi Comboniani con momenti di liturgia  e preghiera molto coloriti e partecipati perché si adatta agli usi delle popolazioni africane;, tra cui le Sante Messe con immigrati di varie provenienze, come Polacchi, Ucraini, Africani in un tripudio di canti, colori e ritualità tutte nuove.

Siamo certi che tornando a casa e nella diverse realtà italiane, l’RYS che ha vissuto a pieno questo cantiere, aprendo il cuore all’accoglienza, guarderà la questione “Migrazione” con un occhio nuovo, e soprattutto con una consapevolezza diversa, non più secondo una logica passiva da recepire, e talvolta sopportare, ma bensì una scelta Politica chiara e definita per cominciare a fissare basi solide in vista della Partenza. La consapevolezza che la strada del RYS è senza frontiere e che ogni uomo è mio fratello è un monito imperativo per il cittadino di domani che ha scelto la Via Maestra: “…Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo…. perché ero forestiero e mi avete ospitato” (MATTEO 25, 34)

https://www.facebook.com/events/1327029994061386/

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